Un po’ di storia…

Le sue origini sono antichissime e si perdono nella notte dei tempi…

In alcune tombe dei Sumeri, risalenti a circa 6000 anni fa, sono state ritrovate alcune imbarcazioni di forma non molto dissimile dalle canoe attuali, realizzate in fibre vegetali. 

Il kayak da mare si distingue da ogni altro tipo di canoa per la caratteristica forma affusolata, la prua e la poppa leggermente incurvate verso l’alto, il piccolo pozzetto largo quanto basta per farvi passare il busto di un uomo e la pagaia con cui manovrare agevolmente tra i flutti.

Fu ideato dalle popolazioni che vivevano nelle regioni artiche e sub artiche (come gli Inuit o gli Aleutini) che lo utilizzavano espressamente come mezzo per pescare, cacciare e da trasporto. La velocità e la silenziosità rappresentavano nel passato, e rappresentano tuttora, due delle principali peculiarità di questa imbarcazione.

Leggero ma robusto, praticamente veniva “indossato”. Con esso si potevano affrontare lunghe ed avventurose traversate portando con se tutto ciò che occorreva per navigare e sopravvivere…

Non si deve infatti dimenticare che il kayak (nella lingua Inuit Qaanat) consentiva di recuperare la posizione originale dopo un ribaltamento (eskimo) senza dover uscire dal pozzetto; ciò permetteva di poter sopravvivere anche in luoghi dove l’acqua è prossima al punto di congelamento.

Al di la del paese di provenienza, dalla Groenlandia alla Siberia, tutti i kayak erano costruiti con i pochi materiali che le popolazioni indigene avevano a disposizione: legno o ossa di balena (fanoni) per l’intelaiatura, pelli per la copertura, tendini per cuciture e legature.

Nei secoli questa imbarcazione è stata utilizzata in situazioni estreme, quasi al limite dell’impossibile, e ciò ha fatto in modo che si sviluppasse come uno scafo assolutamente affidabile e manovriero, stabile e veloce, in grado di navigare in ogni condizione di tempo.

È importante ricordare anche la pagaia, lo strumento principale che da sempre ha accompagnato il kayak nella sua lunga storia. La pagaia, infatti, si è sviluppata secondo diverse tipologie che vanno dagli esemplari molto corti ad altri che potevano arrivare anche a più di 2,5 metri, erano solitamente costruite in legno. Anche la forma della pala ha assunto diverse forme secondo il suo uso; da notare come le antiche pagaie presentino pale generalmente strette e non incrociate poiché in questo modo erano più silenziose durante le battute di caccia, neutre alle raffiche di vento e poco stancanti da usare.

I primi modelli “moderni” di kayak vennero realizzati con tela cerata su tutori di legno e solo approssimativamente assomigliavano ai loro progenitori polari. Fu nei primi anni ’60, con l’avvento della vetroresina, che i costruttori di kayak ebbero la possibilità di realizzare una imbarcazione che assomigliasse di più al modello esquimese, e così diventò possibile anche industrializzare la produzione degli scafi sportivi favorendone la diffusione in tutto il mondo.

Il rapido progresso tecnologico avvenuto negli ultimi anni ha impresso una forte accelerazione nell’evoluzione del kayak da mare, diversificandone le tipologie ed i materiali di costruzione che hanno consentito la realizzazione di soluzioni tecniche che hanno portato dei risultati eccezionali, tanto che alcuni kayak sono stati collaudati in importanti spedizioni e sottoposti a condizioni di mare “durissime” offrendo comunque delle prestazioni eccezionali.

Oggi il kayak da mare è una barca divertente con la quale si possono anche compiere straordinarie acrobazie tra le onde, ma che trova il suo impiego ideale nell’escursionismo e nel campeggio nautico, un tipo di turismo piuttosto spartano, ma decisamente molto avvincente…

Zjack

 
error: Contenuto protetto!! Foto, video e testi sono copyright di Kayakexplorer!!