East Greenland Kayak Expedition

Dopo l’esperienza del 2012 in Groenlandia mi ero ripromesso di tornarci al più presto e quando Martin mi ha chiesto se volevo affiancarlo alla conduzione di un gruppo è stata una grande emozione, anzi una doppia emozione. Quella di tornare a pagaiare nel posto più bello al mondo per un kayaker e quella di farlo da guida di un gruppo. Una sorta di promozione sul campo che non dispiace affatto.
La data di partenza è il 25 Luglio e, come nel 2012, sarà da Tasillak, capoluogo della regione Ammassalik. Qui Martin tiene una flotta di kayak che è riuscito a trasportare e lasciare lì dopo alcune prime sue spedizioni diversi anni fa.


Il progetto prevede di pagaiare direzione Sud per circa 15 giorni (e non verso Nord come fatto nel 2012).
Verso Sud fiordi e ridossi sono meno frequenti e le possibilità di incontrare condizioni meteo marine sfavorevoli sono maggiori.
L’organizzazione è sempre basata sulla totale autosufficienza. Si tratta di zone tra le più remote della terra ed è possibile comunicare soltanto con apparecchi satellitari. Porteremo un telefono satellitare ed alcuni dispositivi SPOT per la segnalazione della posizione o per segnalazioni di emergenza.

Durante la navigazione la posizione dei kayak sarà visibile sulla pagina Kayak Position o cliccando sulla pagina facebook di Kayakexplorer.

Essendo una zona abitata dagli orsi polari porteremo con noi due fucili, ed in alcune zone faremo dei turni di guardia durante la notte.
Le ore di buio nell’estate groenlandese sono pochissime 2 o 3 al massimo. Le temperature vanno dai 10-15° C. circa di giorno ai 0-3° C. di notte.


Ci sarà anche l’occasione per esplorare i ghiacciai, le zone montuose circostanti e visitare alcune comunità Inuit, popolazione nativa della Groenlandia. Gli Inuit hanno inventato il kayak, che in lingua Inuit si chiama qajaq. Lo costruivano usando ossa di balena per il telaio e pelli di foca ingrassate per l’involucro/scafo.
A Tasillaq infatti si trova un piccolo ma interessantissimo museo sulla cultura Inuit. L’ho già visitato ma ci tornerò sicuramente per rivivere l’emozione che si prova nell’ammirare reperti e testimonianze di come viveva questa incredibile e coraggiosa popolazione centinaia di anni fa, senza energia elettrica a case moderne…

 

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